Leggiamo sgomenti il giornale di oggi, e siamo chiamati ad esprimerci ad alta voce! Non bisogna lasciar correre.
L'integrità di una comunità, i suoi valori, la sua capacità di stare insieme nella convivenza civile, dipendono dai suoi anticorpi. E gli anticorpi sono l'indignazione, la voglia di opporsi a episodi come quello (o quelli?) dell'altra sera.
Se pensiamo di voltare il capo da un'altra parte, di dire: "È un episodio, un caso", oppure nasconderci dietro frasi del tipo "Ma tanto... non è gente del paese", allora é finita. Ognuno chiuso nella sua casa, magari con una bella telecamera, un allarme sofisticato, e poi fuori... accada quel che accada.
Ma non è così che funziona una comunità matura, accogliente. Non bisogna non guardare il brutto perché é brutto, bisogna affrontarlo. Come?
𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶. Preoccupandoci di quello che vi accade. Occupandoli il più possibile, perché più li occupano i cittadini, e meno se ne appropriano i delinquenti. Rendendoli vivi anche con iniziative, pubbliche e private, rendendoli ospitali.
E poi bisogna pensare ai ragazzi. È un ragazzo quello che é stato aggredito e malmenato (ma secondo le voci che girano sarebbe accaduto ad almeno due ragazzi in due diversi episodi, e le dissonanze tra ciò che si sente in paese e l’articolo sono molte), é un ragazzo quello che i malviventi cercavano nella loro spedizione punitiva, sono ragazzi quelli che direttamente o indirettamente hanno vissuto questa vicenda.
Ecco...i ragazzi, quelli più piccoli che hanno già l'età per desiderare di stare con i propri coetanei, ma non sono ancora adulti, non hanno aiuto. Le sere d'estate vogliono uscire, incontrarsi, e hanno diritto di farlo nella più totale sicurezza, senza mettere in apprensione i loro genitori, senza temere ogni volta che vedono fermarsi vicino a loro un'auto.
Diamo loro degli spazi, diamo loro degli spazi in sicurezza! Ne hanno diritto.

Manca una seria politica giovanile da ormai 20 anni. Il 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 "𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗼𝗿𝗺𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼” come é stato più volte definito.
Deve darsi un'anima, deve essere una comunità viva!